TEMA DI ORDINE GENERALE
Fritjof Capra (La rete della vita, Rizzoli,
Milano 1997) afferma: «Tutti gli organismi macroscopici, compresi noi stessi,
sono prove viventi del fatto che le pratiche distruttive a lungo andare
falliscono. Alla fine gli aggressori distruggono sempre se stessi, lasciando il
posto ad altri individui che sanno come cooperare e progredire. La vita non è
quindi solo una lotta di competizione, ma anche un trionfo di cooperazione e
creatività. Di fatto, dalla creazione delle prime cellule nucleate,
l’evoluzione ha proceduto attraverso accordi di cooperazione e di coevoluzione
sempre più intricati».
Il candidato interpreti questa affermazione alla luce dei suoi studi e delle sue esperienze di vita.
Il candidato interpreti questa affermazione alla luce dei suoi studi e delle sue esperienze di vita.
Svolgimento
La guerra. Sappiamo le bestialità a
cui conduce. Eppure ogni giorno ci alziamo ed iniziamo una guerra con la moka,
col collega di lavoro, con la suocera.
L’ira. Potrebbe essere causa, che
appunto genera questo bisogno di lottare.
La lotta. Insomma, non sappiamo perché
ma abbiamo bisogno di scontri per sopravvivere. Anche il matrimonio, ai più,
potrebbe sembrare uno scontro per chi lava i piatti o una lotta per chi è più
desiderabile sotto le lenzuola.
Sappiamo anche che San Paolo si
dilettava nel pugilato e vedeva la vita come un impegno concreto a quella lotta
quotidiana per procurarsi il pane, tanto da affermare: “E infatti quando
eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuol
lavorare, neppure mangi” (cfr. 2Ts 3,10).
Quindi se diamo un ipotesi X, la
vita potrebbe sembrare un continuo scontro di forze che lottano per
sopravvivere.
La pace. Sembrerebbe un qualcosa di
cui siamo continuamente alla ricerca. Eppure ogni giorno sappiamo sperimentare
quella pace del nostro mondo occidentalizzato, e laicamente parlando, siamo
privi di gratitudine sia a noi stessi, per le suddette continue battaglie
psicologiche, sia ai nostri antenati che hanno dato la vita per la pace, per
come trattiamo profughi, poveri ed anche la vivibilità del nostro pianeta.
L’amore. Un arcano pare, un tabù.
Ma cos’è questo “amore”? Io devo ancora chiarire il concetto ai miei neuroni,
impegnati ora come ora a lottare per mantenere in vita tutte le funzioni
principali per la mia deambulazione quotidiana.
L’unione. Non ho detto mica una
brutta parola? Se la nascita di una nuova creatura è un qualcosa di
meraviglioso nell’immaginario collettivo, mi dite come farla senza unione? Ah è
possibile giusto! Sarò bigotto allora… boh?
Sappiamo però contrariamente (sembrerebbe
erroneamente a quanto affermato da San Paolo) che “Egli scava un pozzo profondo
e [il malvagio] cade nella fossa che ha fatto” (cfr. Sal 7,16)
Quindi l’ipotesi Y dovrebbe
somigliare ad un qualcosa tipo “chi aggredisce è maledetto!”
Una cosa è possibile: è il nostro
inconscio che ci suggerisce di essere sempre pronti a sguainare una spada.
Capiamo quindi “di non aver capito niente”.
Possiamo pensare che quei noiosi
volumi di storia letti dalla polvere, giustamente, non ci illustrano che un’antichità
piena di sanguinosa lotta per il potere o territorio o diritti, da cui ereditiamo
un presente, in cui ci mancavano solo persone che vogliono ribaltare il
concetto di famiglia, riducendola a qualcosa di asessuato.
Forse ora possiamo apprezzare il fatto che è un dono andare
d’accordo con la moka, sopportare il collega e avvitare (rido!) bene la
suocera.
E allora la differenza tra le ipotesi Z a cosa corrisponde?
Forse che la vita è un “amore”? “Amore” è vita?
“Questo è il mio comandamento che vi amiate gli uni gli altri
come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita
per i propri amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché
il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici perché tutto
ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto
me ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il
vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio
nome, ve lo conceda. Questo vi comando che vi amiate gli uni gli altri.” (cfr
Gv 15, 12-17)